Nell’annunciare la nuova guida della Conferenza Mondiale delle Grandi Logge Regolari da parte della Massoneria spagnola, decretata nel corso del meeting delle Massonerie del pianeta realizzato a Panama dal 14 al 17 novembre, lo storico quotidiano “La Vanguardia” dedica spazio anche al Grande Oriente d’Italia. Nell’articolo viene citato l’intervento del Gran Maestro Bisi che, nel secondo giorno di lavori, ha denunciato il clima massofobico in Italia e le iniziative antimassoniche in atto sul piano legislativo. Si legge nel giornale:
«La Conferencia Mundial dedicó una cerrada ovación al Gran Maestro de la Masoneria Italiana, Stefano Bisi, que denunció que “en Italia se respira un aire de masofobia”. “Es necesario retrotraerse a los tiempos del fascismo para recordar una situación similar de la Masonería”, dijo. Según explicó Bisi, el parlamento italiano estudia impulsar una legislación que declare la incompatibilidad de la pertenencia a la Masonería de cualquier servidor público, incluyendo profesores universitarios, cargos electos, militares, policías o bomberos.”Si esto puede ocurrir en el corazón de Europa, es una alerta de que la democracia y la libertad en el mundo están en peligro. Hoy somos nosotros, mañana puede ser cualquiera”, afirmó Bisi».
TRADUZIONE
"La World Conference ha dedicato una standing ovation al Gran Maestro della Massoneria italiana, Stefano Bisi, che ha denunciato che "in Italia c'è un'aria di massofobia". "È necessario tornare ai tempi del fascismo per ricordare una situazione simile della Massoneria", ha detto. Secondo Bisi, il parlamento italiano sta studiando una legislazione che
dichiari l'incompatibilità dei membri della Massoneria di qualsiasifunzionario pubblico, inclusi professori universitari, funzionari eletti, militari, polizia o vigili del fuoco. "Se questo può accadere nel cuore dell'Europa, è un avvertimento che la democrazia e la libertà nel mondo sono in pericolo, oggi siamo noi, domani può essere chiunque ", ha detto Bisi.
La Gran Logia de España coordinará la masonería mundial hasta el año 2023 | La Vanguardia